Il nostro percorso con il Cliente
Quando incontriamo per la prima volta i potenziali Clienti, è frequente una domanda: “Qual è la vostra specificità?”
Domanda normale, quando non ci si conosce. La strada più semplice per rispondere e definire la propria “specificità” sarebbe proporre una serie di “titoli”. Oppure, ed è la via che noi abbiamo scelto, tracciare un quadro all’interno del quale, mettendo insieme differenti competenze ed esperienze, rispondere in modo integrato a problemi emergenti e aiutare così i Clienti a cogliere e sviluppare opportunità.
Da Consulenti-Formatori, ci occupiamo di sviluppo organizzativo, processi di cambiamento, potenziamento delle competenze intese come “saperi in azione”, declinabili sempre diversamente in considerazione dell’Azienda, degli obiettivi di business, della cultura organizzativa, dei sistemi di relazione, della storia che ogni realtà si porta dietro.
Con questo “bagaglio” cerchiamo, oltre la domanda iniziale, di comprendere, insieme ai nostri Interlocutori, i bisogni e, soltanto dopo, trovare possibili risposte. Anche quando si tratta di interventi brevi o di proposte replicabili, pensiamo debbano essere al centro il contesto specifico, le caratteristiche del cliente, la comprensione dei problemi nella loro diversità e complessità.
In un primo incontro, l’AD di una sede italiana di una multinazionale ci ha chiesto di “trasferire un metodo” a Professional, Quadri e Dirigenti attraverso l’apprendimento di tecniche di problem setting/solving e decision making.
Noi abbiamo cercato di capire quale fosse il bisogno effettivo, il contesto in cui le “tecniche” andavano calate. E abbiamo scoperto aspetti interessanti.
Per citarne alcuni, da un lato c’era un problema di comunicazione, per cui, nel quadro di una cultura aperta al cambiamento ma ancora segnata da rigidità gerarchica, la segnalazione di criticità e le proposte faticavano a “salire” dai livelli operativi ai quadri e quindi ai dirigenti. Era dunque necessario lavorare sulle tecniche di problem setting/solving, applicandole ai processi reali, e, contemporaneamente, potenziare una cultura che facilitasse le comunicazioni e gli scambi nel rispetto dei ruoli: fondamentale è stato il coinvolgimento dei responsabili diretti nel processo formativo e nella co-formulazione di progetti di miglioramento (secondo una modalità di Formazione-Laboratorio).
Dall’altro lato, il Management team era caratterizzato da diversità e necessitava di un percorso di “costruzione” del senso del gruppo (team coaching) all’interno del quale collocare anche i processi decisionali, in particolare quelli trasversali alle strutture, o di rilevanza strategica, che coinvolgevano l’intera Azienda.
Il caso accennato è solo una delle tante situazioni da “interpretare” che abbiamo affrontato. Lavoriamo così: fin dal primo incontro, ci piace scoprire il linguaggio, i tratti caratteristici di una cultura, le modalità con cui si fa business e organizzazione in un certo contesto. Il Committente diventa un “compagno di viaggio” insieme al quale definire e, se necessario, ridefinire il progetto, scoprire nuove vie, coinvolgere interlocutori-chiave intercettandone discorsività, stili ed esigenze, oltre gli aspetti esclusivamente tecnici.
Si sceglie così, insieme, la strategia (e di conseguenza gli strumenti) per far sì che gli interventi formativi o di consulenza producano un reale impatto per l’organizzazione e costruiscano davvero nuove prassi in uso o migliorino le esistenti.
È in questo modo che abbiamo formato Gruppi di management, implementato sistemi di valutazione delle performance supportati da interventi di formazione d’aula e sul campo calati nel contesto, seguito complessi percorsi di change management insieme ai vertici aziendali, supportato le persone in percorsi di riqualificazione e valorizzazione dell’esperienza in un’ottica di “allungamento della vita aziendale”, accompagnato processi di fusione di realtà diverse e su territori distanti cercando di armonizzare stili direzionali e prassi gestionali differenti, lavorato con persone che operano in situazioni ad alto impatto emotivo e con Utenti/Clienti difficili, “costruito” nuovi ruoli tenendo conto del sistema di relazioni...
Progettiamo dunque tenendo in considerazione le peculiarità, quindi pianifichiamo gli interventi, sapendo bene che, nella variabilità sempre più marcata cui i contesti sono soggetti, le esigenze possono cambiare in corso d’opera, possono manifestarsi nuove richieste, nuove specificità. Per questo è importante come professionisti saper gestire: in un progetto di formazione, di sviluppo, di cambiamento, il cammino spesso lo si definisce mentre lo si percorre, scegliendo progressivamente le vie migliori per affrontare le situazioni, gli ostacoli, le resistenze che inevitabilmente emergono.
Cerchiamo di farlo sfruttando le opportunità di una visione ampia sull’organizzazione: ci viene da anni di esperienza e dai vissuti organizzativi che ci hanno regalato una consapevolezza delle difficoltà, delle dinamiche e delle opportunità del lavoro in contesti complessi. Con queste “lenti” ci poniamo a fianco dei Clienti nei processi di cambiamento e sviluppo.
Crediamo che la formazione possa fare la differenza, se, assumendo quest’ottica, sa incettare i processi reali, radicarsi nelle prassi di lavoro. Un impatto che cerchiamo sempre di valutare.
Ma ci fermiamo qui, per ora: a questo aspetto - “il ritorno formativo” - dedicheremo un altro “percorso”.